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Dopo 60 anni l'Onu ha riconosciuto le proprietà terapeutiche della cannabis. Cosa cambierà?

L'Unione Europea, dopo 60 anni dall'ultima decisione in materia di tossicità di piante e derivati psicoattivi, ha riconosciuto le proprietà mediche della cannabis, che ora non fa più parte delle sostanze ritenute pericolose. Infatti la Commissione delle Nazioni Unite sui Narcotici ha votato una serie di misure proposte dall'Organizzazione mondiale della sanità ed in particolare ha approvato la declassificazione della sostanza, che veniva accomunata ad altri oppiacei mortali come l'eroina, riconoscendone il valore terapeutico.


Cosa è avvenuto.


Grazie al voto favorevole di 27 Paesi (25 contro, 1 astenuto), la Commissione narcotici ha riconosciuto gli effetti terapeutici della cannabis.

Da anni gran parte della comunità scientifica sostiene che la cannabis a scopo terapeutico ha molteplici benefici sul sistema nervoso e a conferma di ciò oggi viene usata per il trattamento di diverse malattie, come il Parkinson, la sclerosi, l'epilessia, il dolore cronico, gli spasmi muscolari e i tumori.


Cosa accadrà.


Questa decisione, attraverso la quale si sono riconosciuti gli effetti positivi della sostanza sui pazienti, incentiverà la ricerca medica sui diversi usi della pianta.

Tuttavia, ad oggi, nella maggior parte del mondo, possedere e consumare marijuana è illegale e a livello globale sono solamente circa 50 i Paesi che hanno adottato programmi terapeutici a base di cannabis, come il Canada, l'Uruguay e 15 stati degli Usa.

I Paesi asiatici e quelli europei sono invece meno tolleranti, escluse Olanda, dove la pena su possesso, vendita, trasporto e coltivazione è stata revocata e Spagna, in cui è possibile coltivare o consumare cannabis, ma solo nelle mura domestiche o in Club privati.

Probabilmente la strada sarà ancora lunga, ma è innegabile che ci sia ormai una nuova forma di pensiero confermata dal cambio di rotta dell'Onu.




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